Il culto di Asclepio nella zona di Lepanto
L'esistenza dei due templi di Asclepio precedentemente menzionati è dovuta al trasferimento del culto da Epidauro, dove si trova il principale tempio dedicato ad Asclepio, verso Lepanto. La presenza di fonti d'acqua naturali fu essenziale per designare le località dove sarebbero sorti i templi, sia per motivi rituali, sia per gli aspetti pratici legati all'utilizzo dell'acqua. Al rituale della purificazione dei pellegrini, con dei bagni in acqua fredda per prepararsi all'esperienza successiva dell'incontro con il dio, seguiva uno stato di incubazione onirica, elemento fondamentale del culto di Asclepio.
Dai due templi provengono iscrizioni (alcune ormai perse) relative ad atti di liberazione di schiavi incise su blocchi di pietra o lastre riutilizzate poi come materiale edilizio. Queste forniscono importanti informazioni circa la storia degli Etoli.
L'atto della liberazione, secondo le fonti, avveniva attraverso la vendita simbolica dello schiavo ad un dio, nel nostro caso ad Asclepio, che poi veniva ratificato in un documento ufficiale. Le iscrizioni dell'Asclepeion di Lepanto si datano alla fine del III - metà del II secolo a.C.. Similmente le iscrizioni di Scala si datano per la maggior parte alla metà del II secolo a.C.. Per quanto concerne il tempio di Lepanto però, la tradizione relativa a Anyte, poetessa vissuta probabilmente agli inizi del III secolo a.C., indica che forse la fondazione dell'edificio ebbe luogo in un periodo precedente.